Il governo della trasformazione della città
TERZO PUNTO
È tempo di porre in primo piano il ruolo complessivo della città e di ricercare tutte le possibili opportunità per rivitalizzare Legnano e ripristinare le funzioni di capoluogo che le competono.
Non sarà sufficiente perseguire singoli obiettivi specifici, anche se giusti e corretti, perché Legnano è in continua trasformazione, e pertanto occorrerà improntare la nuova amministrazione alla considerazione complessiva della città e delle sue mutazioni, con una visione strategica e ampia, che consenta di governare e indirizzare i cambiamenti, sia pure nei limiti delle opportunità che si potranno ricercare.
Legnano era una città delle enormi capacità produttive, tanto che era stata definita la Manchester di Italia, e metteva a disposizione una gran quantità di posti di lavoro anche per chi proveniva dagli altri comuni della zona. Ora l’attività manufatturiera è ridotta ai minimi termini e non è stata sostituita in misura adeguata dallo sviluppo di attività economiche di altro genere e pertanto i legnanesi devono recarsi altrove per lavorare e purtroppo, come accade prevalentemente per molti giovani, devono trasferirsi anche all’estero. Legnano era di fatto un capoluogo e un centro di interessi non solo economici, mentre ora tende a divenire una periferia della città metropolitana milanese.
Sintomi di questa decadenza possono essere considerate per esempio la dequalificazione della stazioneferroviaria e del servizio della giustizia, ridotto al solo Giudice di Pace, e addirittura anche la perdita di importanza delle società sportive, che possono vantare solo vecchie ed importanti glorie.
Queste trasformazioni negative sono dipese da fattori esterni alla città, ma è altrettanto vero che è mancata una sufficiente capacità di governare il cambiamento per limitare gli effetti negativi e per individuare o creare nuove occasioni di sviluppo.
È tempo di porre in primo piano il ruolo complessivo della città e di ricercare tutte le possibili opportunità per rivitalizzare Legnano e ripristinare le funzioni di capoluogo che le competono. La Città Metropolitana di Milano non è stata frutto di un’aggregazione spontanea dei comuni annessi ed è stata decisa per ragioni ed interessi che prescindono da Legnano.
Comunque non serve esprimere giudizi su questa nuova istituzione, ma occorre prendere atto della sua esistenza e del fatto che può comportare conseguenze sia negative che positive, che possono essere influenzate dall’azione politica locale. Occorre lottare (e il termine non appaia esagerato) con tenacia e determinazione per fare in modo che la Città Metropolitana diventi policentrica e che Legnano sia di fatto e non solo formalmente, il capoluogo della Zona Omogenea, che deve essere dotata di ampia autonomia mediante la delega di funzioni importanti e un’equa suddivisione degli investimenti e dei finanziamenti.


La stessa Milano deve rendersi conto che il decentramento è la soluzione per contrastare il congestionamento che la intasa ogni giorno.
In prossimità della Zona Omogenea del legnanese, sono situati l’aeroporto della Malpensa e il complesso dell’EXPO, che potrebbero costituire occasioni di sviluppo, ma che purtroppo non hanno comportato adeguati benefici per la città.
Il sistema dei trasporti e dei collegamenti interni alla Zona Omogenea verso Milano, verso la Malpensa e verso l’EXPO avrà una rilevanza essenziale e quindi sarà importante operare perché la stazione ferroviaria di Legnano venga riqualificata e ammodernata oltre che collegata a parcheggi, a piste ciclabili e ad una stazione di autobus. La linea ferroviaria necessita di essere potenziata per garantire un servizio efficiente con fermate frequenti in città e con il collegamento alla Malpensa attraverso l’inserzione nella rete della Ferrovia Nord.
Si dovranno agevolare in ogni modo insediamenti produttivi, di servizi e anche professionali offrendo facilitazioni, soluzioni logistiche e semplificazioni burocratiche
Il Comune di Legnano dovrà abbandonare l’isolazionismo che purtroppo lo ha contraddistinto e dovrà tessere rapporti con le zone del Rhodense, del Basso Varesotto e della Valle Olona, anche se sono territori esterni alla Zona Omogenea, per elaborare comuni progetti di sviluppo economico, sociale e culturale.
La nostra città per la sua importanza meriterebbe un insediamento universitario, anche nella forma di un distaccamento di facoltà milanesi, o centri di ricerca di alto livello connessi alle attività produttive della zona e pertanto si dovrà fare tutto il possibile per cogliere o creare le occasioni che consentano di conseguire questi sia pure ambiziosi obiettivi.
Soprattutto si dovrà operare per conseguire l’insediamento di un Istituto Tecnico Superiore, di specializzazione tecnologica successiva al diploma, coinvolgendo in una Fondazione di Partecipazione gli istituti scolastici di istruzione tecnica o professionaledella zona, l’Università, le aziende, gli enti locali, le agenzie formative e le associazioni di categoria.
L’Istituto Tecnico Superiore potrà rispondere alle richieste di personale specializzato o dotato di esperienza pratica, favorendo l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.Potrà inoltre fornire aggiornamenti professionali anche agli adulti e favorire così anche il reinserimento di chi ha perso il lavoro in età avanzata. Si dovranno agevolare in ogni modo insediamenti produttivi, di servizi e anche professionali offrendo facilitazioni, soluzioni logistiche e semplificazioni burocratiche.Insomma, si dovrà attuare il “marketing territoriale”, più volte richiamato, ma mai messo in opera.
Questo risultato sarà da perseguire con riferimento all’intera zona omogenea e con la collaborazione degli altri comuni, perché in tal modo si potranno meglio sfruttare tutte le opportunità riguardanti la localizzazione degli insediamenti produttivi e i servizi connessi.

QUARTO PUNTO
Il Territorio
Sarà necessario verificare e aggiornare il Piano di Governo del Territorio tenendo conto che il mercato immobiliare è fermo e presenta una preminenza di offerte di vendita rispetto alle richieste di acquisto.